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al testo di Amina Narimi
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Così raro vederla alla finestra. Nulli i suoi piedi, i polsi leggeri di chi tiene l'inferno per sé e dona agli altri la luce il passo di chi è tornato a casa - tutto raccolto nel lieve tremolio di una lampada compagna della soglia - appena il sottovoce di un adagio, la sua grazia, segno puro e nudo di una mano bianca, tra nota e nota, nel ritirare dal freddo il suo plumbago. Se la più debole delle radici la trattenesse - uccello dell'anima - come a una chiamata la risposta all'indaco sarebbe un solo eccomi; un dire per l'ascolto un volto che prega di rifletterne un altro nella polvere del pozzo invisibile al suo principio. |
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